Adolfo Amateis

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ph. Ivan Catalano
a cura di Alessia Panfili e Tea Taramino

Questa è la sezione dedicata alle installazioni effimere, alle quali Sandretti lavora nell'anonimato, con lo pseudonimo di Adolfo Amateis. Sono installazioni principalmente urbane, realizzate con materiale raccolto per strada e assemblato sul momento, con mezzi di fortuna, seguendo l’ispirazione. I pezzi assemblati si reggono con la forza dell’equilibrio, il più delle volte si autodistruggono in breve tempo.

Questi ready-mades poetici a volte disturbano le normali attività quotidiane della città, perché vengono realizzati nelle strade, nella metropolitana, a ridosso di un cantiere, ecc. Laddove non è il tempo a distruggerle, vengono presto disinstallate. ...

L’interesse che Sandretti rivolge a ciò che viene considerato ai margini lo ritroviamo anche nella sua produzione personale, in modalità più riflessiva, fuori dal baccano delle manifestazioni e delle performances provocatorie. Qui l’artista fa dello scarto la materia viva e fondamentale della sua ricerca espressiva. L’oggetto abbandonato, il materiale inutilizzato e spesso recuperato tra i rifiuti, una volta perso l’utilizzo originale, diventa un frammento a disposizione della creatività dell’artista.

Questa pratica la ritroviamo in modo esemplare nelle sculture e nelle istallazioni effimere che Sandretti realizza sotto lo pseudonimo di Adolfo Amateis. Qui la materia recuperata, i vari pezzi, vengono assemblati e tenuti in un equilibrio precario tra loro, vengono composti obbedendo all’immaginario fecondo dell’artista, a volte contraddistinto da misticismo, come nella serie dei Tarocchi o nelle sculture dell’ultimo periodo della sua vita. Nel caso delle installazioni, invece, le composizioni talvolta invadono le piazze, le rotatorie, gli incorci delle strade, impedendo il regolare flusso del traffico. Sono istallazioni notturne, realizzate quando è minimo il rischio di essere disturbati e sono “effimere” perché sono destinate ad essere smontate o distrutte dagli stessi “fruitori”, dagli automobilisti, dai passanti, dai vigilanti o in alcuni casi dagli agenti atmosferici e dal tempo. Adolfo Amateis riflette qui una componente più intima e solitaria della ricerca di Sandretti, che in questa veste predilige una ricerca di equilibrio compositivo e poetico.