Questa sezione è dedicata alle installazioni effimere di Sandretti, realizzate in anonimato sotto lo pseudonimo di Adolfo Amateis. Si tratta di opere prevalentemente urbane, nate dall’incontro con i materiali di scarto trovati per strada e gli elementi naturali che la città offre. Oggetti abbandonati o frammenti senza valore, ma anche l’acqua delle fontane e il vento che soffia la sera, sono tutti elementi che vanno a comporre assemblaggi improvvisati e poetici. Le strutture realizzate si reggono spesso solo grazie al precario equilibrio tra le parti e, nella maggior parte dei casi, si autodistruggono nel giro di poco tempo. Questi ready-mades possono talvolta interferire con la quotidianità cittadina: nascono nei luoghi di passaggio, lungo i marciapiedi, nelle stazioni della metropolitana o ai margini dei cantieri. Le installazioni di Amateis invadono gli spazi pubblici – piazze, rotatorie, incroci – alterando per un istante l’ordine consueto delle cose. Spesso sono opere notturne, realizzate quando la città dorme, destinate a scomparire rapidamente, distrutte dai passanti, dal traffico o semplicemente dal tempo. Talvolta l’artista ha lavorato in contesti naturali, seguendo tuttavia lo stesso principio creativo.
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L’interesse di Sandretti per ciò che è marginale, abbandonato, dimenticato e non visto attraversa tutta la sua produzione artistica. Nella sua ricerca più intima e meditativa, lontana dal clamore delle performance, l’artista fa del residuo la materia viva della sua espressione. Gli oggetti privati della loro funzione originaria diventano frammenti di un nuovo linguaggio creativo, aperti a infinite possibilità di senso.
Nelle sculture di Adolfo Amateis la materia recuperata viene ricomposta in un equilibrio instabile, guidata da un immaginario fecondo, talvolta attraversato da suggestioni mistiche – come nella serie dei Tarocchi o nelle sculture dell’ultimo periodo di vita dell’artista.
In questa dimensione anonima e silenziosa, Adolfo Amateis rivela la parte più intima e poetica della ricerca di Sandretti: una riflessione sull’equilibrio fragile tra materia e spirito, presenza e dissolvenza, arte, morte e vita.