Il progetto di un archivio digitale dedicato a Simone Sandretti risale a qualche anno fa, di fronte all’esigenza di raccogliere e preservare le tracce del suo lavoro. L’archivio è un work in progress costante, che raccoglie e cataloga le opere di S.S. man mano che esse vengono recuperate. Nato grazie al contributo e all’amicizia di Cesare Pietroiusti, sopravvive grazie all’impegno e alla generosità di tutt3 coloro che hanno a cuore la sua memoria - artistica ed umana.
Biografia
Simone Sandretti (Torino 1976 – 2016) è un artista visivo poliedrico, le cui opere spaziano dalla scultura al cinema, dalla poesia alla performance, fino all’arte relazionale. Diplomato all’Accademia Albertina di Belle Arti, completa la sua formazione con un periodo di studi presso la Universität für Künstlerische und Industrielle Gestaltung di Linz e una laurea in filosofia, con una tesi in antropologia visiva.
Molto attivo nel territorio torinese, Sandretti partecipa a numerose collaborazioni e manifestazioni, tra cui la X Biennale Internazionale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo (2001) con Alberto Trapani e il progetto a.more con il gruppo Olomoto, curato dal collettivo curatoriale a.titolo. Tra le sue collaborazioni si ricorda il Cortile di Via Mazzini 39 con artisti come Hiroaki Asahara, Tegi Canfari, Fulvio Colangelo, Marienzo Ferrero, Carlo Pigrucci, Tea Taramino e Noemi Zago.
Dal 2003 al 2016, Sandretti collabora con il Laboratorio La Galleria della Città di Torino per la manifestazione internazionale Arte Plurale e altri progetti di arte relazionale. Con Tea Taramino ed Alessia Panfili promuove manifestazioni dedicate all’arte irregolare, con il supporto delle Politiche sociali del Comune di Torino.
Affetto da disturbo bipolare, nel 2011 è tra i fondatori del Torino Mad Pride, movimento per la sensibilizzazione sul disturbo mentale e la difesa dei diritti degli utenti psichiatrici. Questa realtà per alcuni anni accende un dibattito inedito sul tema della salute mentale e diventa un laboratorio sociale di sperimentazione culturale riconosciuto sul territorio nazionale. Questo progetto vede la collaborazione di artisti come Cesare Pietroiusti, Andrea Lanini e Giuliano Nannipieri e la partecipazione di professionisti, associazioni e realtà nazionali e internazionali attive sul tema.
Nel 2014, con il TMP, è tra gli organizzatori della Libera Repubblica dei Matti presso il poliambulatorio occupato di Via Gorizia a Torino.
Nel 2016 Sandretti pubblica online il libro di racconti Volevo uccidere mia nonna, ma ho preferito un genocidio e co-dirige con Mauro de Fazio il film Matti a Cottimo. Strategie di Sopravvivenza.
Simone Sandretti muore a Torino il 14 febbraio 2016, lasciando un’eredità artistica che continua a ispirare per la sua versatilità, profondità e impegno sociale.
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