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La nuova Domus sanctorum per i Santi malandrini, a cura di Roberto Mastroianni
In occasione della mostra Ciò che mi contiene, l'installazione Domus Sanctorum / Cappella dei Santi malandrini di Jhafis Quintero, artista panamense di origini palestinesi, trova una nuova forma. Le piccole sculture dedicate dagli abitanti delle favelas sudamericane a queste figure di Robin Hood contemporanei - giovani delinquenti e trafficanti che donano ai poveri parte dei loro bottini - saranno accolte in una cappella lignea progettata da Nicolò Di Prima e Cristian Campagnaro (Dipartimento di Architettura e Design, Politecnico di Torino) e realizzata dagli artigiani del progetto Costruire Bellezza, in collaborazione con Comune di Torino e Cooperativa animazione Valdocco.
Il progetto è il risultato di una lunga ricerca dell’artista sull'evoluzione della malavita nei tempi moderni e il suo costante adattamento alle esigenze della modernità e i Santi malandrini sono espressione di una cultura parallela sudamericana che si sviluppa ai margini della società, con i propri rituali e la necessità di re significare santi già esistenti o di creare nuovi eroi e santi più vicini alla realtà in cui le persone emarginate vivono. I Santos malandros arrivano in gran parte dal Venezuela, ma anche da Argentina, Cile, Colombia, Messico e Panama.
In visione il video A immagine e somiglianza di Paolo Campana che documenta le azioni creative di Jhafis Quintero con gli ospiti della comunità il Melograno, intorno alla prima edizione della Domus sanctorum (2017), con il mezzosoprano Natalie Lithwick e l’artista Cristina Mandelli.
In scatola, a cura di Gaetano Verde, Daniele Dabbous, Andrea Lazzarin, Atena Tarantino
Installazione collettiva, ispirata al percorso formativo di Panopticon, realizzata con scatole di recupero personalizzate da studentɜ di Infermieristica e Riabilitazione Psichiatrica / UniTo sede di Beinasco, dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, del Liceo Artistico Passoni, da persone con disabilità o disagio psichico di associazioni dedicate o che frequentano il CASP/Centro Arte Singolare e Plurale. Queste persone hanno potuto sperimentare la forza della propria inventiva su ispirazione delle pratiche artistiche outsider nelle quali abita la vera maestria dell’aggiramento dei limiti imposti da materiali e situazioni. In questo caso la scatola come emblema di spazio circoscritto e materiale da guardare con occhi nuovi.
I curatorɜ sono laureandɜ in Storia dell’Arte e in Design e Comunicazione Visiva.
L’installazione è aperta ad apporti del pubblico con postazione attrezzata.
Evento a cura di Forme in bilico APS e Galleria Gliacrobati
nell’ambito dei progetti Panopticon, Rassegna Singolare e Plurale.
Una collaborazione con Accademia Albertina di Belle Arti di Torino; Università degli Studi Torino: SMA/Sistema Museale di Ateneo, Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche; Dipartimento Educazione GAM/Fondazione Torino Musei; Dipartimento Educativo Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino; AMNC / Associazione Museo Nazionale del Cinema; Arteco; Artenne; una collaborazione anche CCW Cultural Welfare Center; ConTatto; Fermata d’autobus Onlus; Stilema; Tactile Vision Lab; Volonwrite.
Con il sostegno di
Città di Torino, Circoscrizione 8, Fondazione CRT, Fondazione Mamo ETS
Sede
FLASHBACK HABITAT
Corso Giovanni Lanza 75, Torino
Padiglione A
PARI - Polo delle Arti Relazionali e Irregolari
Orari apertura mostra
giovedì, venerdì, sabato dalle 18.00 alle 21.00
Sono previste aperture su appuntamento
scrivere a: infoformeinbilico@gmail.com
https://formeinbilico.com
Orari in occasione di Flashback Art Fair
mercoledì 29 ottobre, 11:00 - 22:00
da giovedì 30 ottobre a sabato 1 novembre: 11:00 - 20:00
Apertura Il Circolino (bar)
giovedì 18.00 → 24.00
venerdì, sabato e domenica
11.00 → 24.00
L’accesso alla struttura
è consentito ai possessori
della tessera
Amic* di Flashback Habitat,
valida fino a dicembre 2025
(esclusi i minori).
scarica il PROGRAMMA in pdf